Tradizioni popolari
Bal del Sabre
Sul Bal del Sabre non esiste una documentazione scritta; l’unica testimonianza è reperibile in un quadro ad olio dell’inizio del secolo scorso di Giulio Boetto intitolato “El bal dël Sabre ëd Castlet”, che si trova presso il museo civico di Cuneo.
La tradizione del Bal del Sabre, è andata perduta dopo la Seconda Guerra Mondiale ed è stata ripresa solo nel 1965 dal signor Gian Giacomo Allione che, per rimanere fedele ai costumi e alle figure della danza, si è attenuto alle testimonianze degli anziani. Il ballo così è stato ripreso con 12 danzatori e un tamburino. L’attuale rappresentazione coreografica è il risultato di ricerche, studi, miglioramenti ed adattamenti con riferimento sia alla tradizione leggendaria della storia Castellettese, sia alle antiche costumanze delle popolazioni che abitavano la fascia alpina che si estende dalla Provenza al Delfinato di Saluzzo, sul versante francese, e dalle valli cuneesi al Moncenisio, sul versante italiano.
La danza delle spade castellettese, in particolare, rievoca la dominazione saracena. Nel 1539, durante il governo di Solimano il Magnifico sul mar Mediterraneo, i saraceni del Gran Sultano Marzuc sbarcarono nei dintorni di Savona. Una colonna di questi, sotto il comando di Selim, giunsero a Castelletto Stura il 3 luglio e conquistarono il vecchio castello, che era situato nella località Bellavista Ruset. Con la loro vittoria, chiesero alla popolazione di pagare 3000 ducati e di consegnare 12 tra le più belle ragazze. Si narra che un contadino di nome Revello, per non farsi portare via la figlia, colpì con una zappa un saraceno, dando inizio così ad una rivolta in tutto il paese. Stanchi di essere dominati, i castellettesi si ribellarono e, armati di soli strumenti di lavoro, quali zappe e badili, riconquistarono la fortezza e decapitarono Selim. In memoria di quest’avvenimento vennero promosse due rappresentazioni popolari locali: il “Regiment di Spiantà”, con il quale si rievoca la battaglia, e il “Bal del Sabre”, per festeggiare la libertà riconquistata.
Il Regiment di Spiantà
E' la rievocazione della battaglia per le vie del paese che cacciò gli invasori e testimoniò il coraggioso spirito di libertà dei Castellettesi.
L'ultima rievocazione del Regiment di Spiantà è stata inscenata nel 2010 - per la tradizione è stata la 45° rievocazione a partire dalla prima del 1382 - grazie al lavoro dell'Associazione Per-corsi, in collaborazione con il Comune di Castelletto Stura, delle Frazioni di Riforano, Tetti Pesio, il gruppo Alpini e la Pro Loco con la partecipazione di 200 persone in costume che parlamentano, sfilano, si combattono. L'esercito degli spiantati fa rivivere per un giorno personaggi storici risalenti a tempi passati, come Giovanni Acuto e il pirata barbaresco Selim.
Maschere "ant" el val
Il "VAGLIO" (da vagliare) è un particolare setaccio, una cesta-setaccio che serviva a separare il grano dalla pula (lolla). A Carnevale veniva rappresentata la maschera de "el'val" che consisteva in una donna puche portava l'uomo in questa cesta-setaccio. La maschera voleva trattare il prodotto tipico del paese , il grano, per valorizzarlo e celebrarlo. Il motivo provocatorio e comico era rappresento dalla figura femminile che portava quella maschile in contrasto con la società tradizionale dell'epoca.